Complice il COVID-19, ho intrapreso un progetto che avevo in mente da quando ho acquistato casa: cablare tutta l’abitazione in modo da non dover più sottostare alla Magia Nera™ del WiFi.
Indice dei contenuti
Iniziamo con la lista della spesa che ogni bravo sistemista non si deve far mancare.
- 300 Metri di Cavo Cat.6 comprensivo di 50 plug RJ45 e crimaptrice (sempre meglio abbondare con la metratura, al massimo vi divertirete a crimpare cavi davanti al camino nelle serate invernali)
- Frutto Bticino Living RJ45 (non prendeteli mai contati, sempre qualcuno in più!)
- Switch 8 porte della TP-Link (io di questi ovviamente ne ho presi un paio, vedete voi di quanti ne avete bisogno)
- Una bella molla da far passare nei corrugati
- Un bel tester di cavi ethernet non può mancare!
- Nastro adesivo da elettricista come se piovesse
- Delle prese Rj45 femmine: fidatevi, queste vi salveranno la vita
- Patch RJ45 da 0,25m perchè sarete troppo stanchi di crimpare a fine giornata
- Patch panel: anche se io non l’ho usato, ma vi spiegherò dopo
- Non l’ho testato personalmente, ma un bel gel lubrificante per corrugati potrebbe rivelarsi il vostro miglior amico!
- Non ho testato neanche questo, ma mi promettono miracoli per rimuovere calce o sporco da tubi e corrugati! Una bella molla nettatubi! (che manco sapevo cosa volesse dire :D)
- Una bella sonda usb con calamita vi potrà sicuramente essere utile!
Prima di iniziare, leggete bene queste regole:
- Lavorare da soli è bello, ma in 2 si fa prima.
Nei miei sogni nerd, avevo sempre immaginato che la cablatura di casa mia avvenisse in piena solitudine, magari in quelle afose estati, dopo aver mandato la morosa/moglie dai suoceri in vacanza.
Niente di più sbagliato, una mano serve, anche di una donna purtroppo (n.d.r. scherzo eh :P). Perchè serve?
- perchè un conto è far passare la molla nei corrugati, un altro è far passare un cavo CAT.6. Vi renderete conto che è necessario che qualcuno tiri il cavo, ma che dall’altra estremità, l’altro lo spinga in modo da agevolare DI MOLTO, tutta la faccenda.
- perchè è uno spreco di tempo, ogni volta che la molla si impiglia, vi serve un altro spezzone di cavo, vi mancano le forbici,… dover fare un piano di scale (o vari piani di scale come nel mio caso) per risolvere. Voi non avete idea, durante la cablatura del garage, quante volte io abbia dovuto risalire le scale per sistemare molla e filo per farli passare nel corrugato.
- perchè un orecchio in più serve sempre. A che serve l’udito nella cablatura di una casa? Beh, immaginate di avere un corrugato e non sapere dove esso finisca, come lo intercettate? E se il corrugato finisse in una stanza diversa? O addirittura in un piano diverso? Ecco mi avete capito, bravi.
- perchè nei momenti di imprecazione, quando sarete lì lì per mollare, una persona con cui consultarvi e magari che vi conforta serve sempre. Fidatevi, ne avrete bisogno.
2. Non pensate che sia tutto semplice
Ogni volta che devo realizzare qualcosa di manuale, cerco sempre di idealizzarmelo nel cervello: faccio passare il cavo lì, quello lo sposto lì, insomma un programma mentale di tutto quello che dovrò fare, in modo da non scordarmi nulla.
In questo caso il programma mentale sembrava piuttosto semplice: passa cavi, crimpa, testa e attacca.
Scoprirete presto che nulla è semplice, vi faccio qualche esempio della mia avventura:
- ho passato 4 ore per far passare un cavo in un corrugato che probabilmente era pieno di calce o altro, e che quindi era durissimo.
- ho passato 3 ore per capire che un corrugato era completamente bloccato dalla calce e che quindi dovevo usare un altro corrugato (prima di capirlo ho aperto TUTTE le scatole di casa per capire dove fosse uscita la molla)
- ho passato altre 2 ore prima di capire che una crimpatura toccava e non toccava.
Prendetevi il tempo che serva e non abbiate fretta. Piuttosto fate come me: cablate pian piano, in modo tale da poter testare anche per più giorni la bontà del tratto che avete appena realizzato.
3. Crimpare va bene, ma anche no!
Inizialmente pensavo di fare tutto crimpando. Non l’avevo mai fatto prima. Al di là delle doti manuali che uno può avere, fidatevi: se volete fare un lavoro fatto bene, non crimpate a meno di non essere costretti. Come fare senza crimpare? Molto semplice! Stendete il cavo e usate questi connettori sia da una parte che dall’altra del cavo e poi usate delle piccole patch per collegare il cavo allo switch e/o al nodo scelto.
Un altro modo è quello di usare un patch panel, nel mio caso non aveva senso perchè avendo una rete distribuita e non a stella, avrei dovuto mettere tanti piccoli patch panel in giro per la casa.
Ribadisco, prendete la crimpatrice, e datela in pasto al cane.
4. Fatevi dare lo schema elettrico della vostra casa
Sicuramente penserete di sapere tutto della vostra casa, ma vi sbagliate di grosso. A meno che non l’abbiate realizzata voi stessi, ci sarà sempre qualche magagna che il costruttore avrà fatto e che avrà nascosto sotto qualche centimetro di cemento, con la speranza che voi non ve ne sareste mai accorti.
Per questo motivo, lo schema elettrico della vostra abitazione è essenziale!
Io ovviamente ne ero sprovvisto ma ne ho approfittato per ricrearmelo a posteriori con le mie manine. (ovviamente in forma semplificata e solo delle parti interessate da questo lavoro)
5. Non avete corrugati liberi? Passare vicino alla 230V si può, ma con attenzione
Mi sono trovato a dover cablare un punto della casa (il terrazzo) che non avevo considerato quando ho dato le direttive al costruttore.
Per questo motivo ho dovuto far passare un tratto di 2 metri nello stesso corrugato della 230V.
Cosa da evitare il più possibile, non tanto per il fatto che il segnale verrà degradato (il cat.6 è abbastanza immune a disturbi elettromagnetici), ma per il fatto che, se la guaina del cavo 230V dovesse distruggersi, vi arriverebbe la 230V su tutti gli apparati della vostra LAN!
Quindi pensateci bene prima di farlo.